Morte del presidente VS L’uomo dell’anno.

Primo articolo da critica fallita di cinema. Sono pure due film dell’anno scorso!

L’uomo dell’anno:  http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=44834

Morte di un presidente:   http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=44841

Vanno di moda le fiction mascherate da documentario all’americana, fatto di interviste. Vanno di moda le storielle che cercano la verità oggettiva mettendo in scena finte soggettività.

Solo che in Morte di un (bastardo di) presidente la cosa è condotta all’esasperazione.

Ne L’uomo dell’anno invece la finzione è dichiarata, è tenera. E’ decisamente più bello da vedere. Forse perchè questa è una commedia fatta per i democratici, che sono il male minore.

Morte di un(a testa di cazzo di) presidente invece ha un modo molto più intrigato di parlare a tutti e accontentare/scontentare tutti.

Ma l’America è questa. Tutto il mondo è così. La mia ultima seduta di psicoterapia rivela sta cosa.

Siamo rincoglioniti dal sistema binario che di offre due ozioni. Sono uguali? Opposte? Identiche? Possibile che tutto possa essere tutto e che le nostre scelte più primitive siano compatibili ma anche nemiche giurate delle nostre scelte più razionali e astratte? E di quelle costruttive progettate?

L’America, dove un comico può diventare Presidente grazie all’errore di un software e alla brama di guadagno dei programmatori. Dove un comico vuole fare politica perchè la rete con le email dei sostenitori lo convincono che è meglio lui dei politicanti.

L’America così simile a noi.

L’America dove Bush fa politica dicendo cazzate. E dove le sue battutine provinciali sono un’arma potentissima di successo.

L’America dove non si vede più la concretezza dal sogno incubo tipico dei nevrotici, quando vorrebbero svegliarsi ma la stanchezza non lo concede e ci si sente schiacciati da qualcuno e affogare nella morbidezza non più familiare del nostro letto. 

Tutta l’arte da spunti disordinati, e si scusa, ma così è la realtà. Disorganica.

Non abbiamo certezze. 

Siamo in ricerca.

Io personalmente mi ricordo del passato in termini sempre più positivi di ciò che è stato realmente. Non posso dire lo stesso del futuro. Una chimera da raggiungere con il coltello da marine in bocca e in tuta mimetica.

In Morte di un Presidente è il soldato tradito dalla politica che agisce. Ma crea una svolta? E’ utile la sua azione?

E senza cadere nella retorica che con la violenza non si ottiene nulla, il problema è quanto è efficace un esempio sincero paragonato al fascino dell’ambiguo?

Come mai siamo esseri attratti e seguaci e dipendenti dall’apparenza e non più dal nocciolo? Come mai l’apparenza disordinata, furbescamente disordinata, che è in realtà fedele alla sua corposità megalitica ci piace di più del Molteplice concreto?

E soprattuto che cazzo scrivo? Chi cazzarola, leggendo questi pseudodeliri ne può trarre un qualcosa che:

a) mi aggrada;

b) lo aggrada;

c) possa aggradare qualcuno ??? 

Questa voce è stata pubblicata in fogli dal cinema. la rappresentazione non esiste. Contrassegna il permalink.