Amici,
Per una volta voglio provare ad usare il potere del blog per scrivere seriamente, per dialogare senza sarcasmo.
E’ evidente ormai che l’informazione per quel che è diventata non permette lo scherzo. Purtroppo ridere troppo aiuta ai potenti a mantenere la confusione e a non far capire le cose alla gente.
Purtroppo arriva il giorno in cui non si hanno più battute da fare sui nostri limiti umani ma solo il disgusto per chi manipolizza la realtà, la deforma in un essere ipocrita, sudicio, opportunista e meschino con un finto sorriso sulla faccia. (Se questa immagine vi ha fatto pensare a qualcuno in particolare, ne sono felice: era il mio obbietivo).
Amici, nel giorno in cui Mastella chiede le dimissioni facendo la parte dell’eroe e accusando i soliti cattivi magistrati di essere dei persecutori, nel giorno in cui i giornali e i telegiornali ci persuadono che veramente sia un gesto nobile e non dovuto, Amici in questo giorno nel quale per sbaglio ho acceso la tv e il TG1 mi ha disgustata
Vorrei per amore della scienza esatta, della realtà concreta, provare a mettere sulla piazza tutte le tesi che mi sembrano più logiche su Ratzinger a La Sapienza.
Punto Primo: I professori scienziati rifiutano la presenza di chi ha commentanto che il processo a Gallileo ha avuto una sua logica.
Secondo Punto: Il rettore risponde che il Papa è un messaggero di pace ed è perfetto per la nostra campagna a favore della pena di morte.
Terzo Punto: Intromissione politica.
Quarto Punto: I Cattolici hanno l’occasione per tacciare i loro avversari di ottusità e mancanza di democrazia.
Il Rettore ha dato inizio al delirio. Il rettore – credo personalmente che lo abbia fatto solo per pubblicità, sono totalmente disincantata riguardo ad un autentico amore per il dialogo da parte di chi ha la gestione di un ente come quello della nostra cara università – decide di invitare il Papa all’inaugurazione dell’anno accademico.
E’ più che giusta e sensata l’opinione di chi dice che questa figura sia totalmente estranea nel contesto di inaugurazione dell’anno accademico. Una figura religiosa non ha niente a che fare con l’inaugurazione dell’anno accademico. Aggiungo che fosse per me non inviterei neppure i politici, perchè la politica poca aiuta la scuola (anche se dovrebbe essere un dovere dello Stato preoccuparsi dei bisogni della Scuola Pubblica, ma su questa matrignità tutti sappiamo come stanno le cose paradossalmente).
E’ ovvio che l’aver invitato Ratzinger è miliardi di volte più scandaloso dell’invitare il Dalai Lama.
Non prendiamoci per il culo: TUTTI NOI LO ODIAMO, LO DISPREZZIAMO. Non dico che non ne abbiamo ragione, però non ci saremmo impegnati a boicottare l’arrivo del Rabbino capo quanto ci siamo impegnati contro Ratzinger ( è sicuramente e oggettivamente il Papa più antipatico a pelle degli ultimi settant’anni).
La cosa mi fa piacere. Mi fa piacere che nonostante viviamo un momento di piattezza c’è chi ancora abbia la forza di resistere e opporsi.
Però mi preme aggiungere che ciò che filtra dall’informazione unica a cui siamo soggetti è che gli studenti e i professori (di sinistra, comunisti direbbe il nano) sono degli arroganti. Passa che i finocchi e le lesbiche domani sfileranno la loro indecenza, felici della loro violenta mancanza di pudore.
Forse con il senno di poi, abbiamo giocato male le nostre carte.
O forse l’unica responsabilità della non chiarezza ce l’hanno i giornalisti.
Di sicuro non posso credere che per sempre coloro che ne debbano uscire vincitori siano i maledetti giocatori di pocker, quel pocker orrendo che è il potere, la politica corrotta.
Dovevamo con il Papa davanti a noi, nel nostro regno terreno, chiedere al rettore con quale faccia da culo ha potuto invitare il rappresentante di una istituzione che "in certi casi" accetta la pena di morte, come ha potuto farlo venire definendolo "messaggero di pace".
Dovevamo schierarci contro la parte di noi studenti, di quei rincoglioniti, malati, di Comunione Liberazione, e sbattergli in faccia tutto il loro bigottismo, il loro schifoso arrivismo.
Dovevamo approfittare dell’occasione per uno scontro. Non accetterò mai che il dialogo tra chi la pensa diversamente non possa cambiare le idee sbagliate. Non accetterò mai che in democrazia tutti possiamo dire la nostra, perchè ognuno ha un opinione valida, e che la cosa in se sia produttiva.
Non è così. Il dialogo è produttivo se produce un miglioramento. Il dialogo con il quale loro si riempiono la bocca è stagnante, è la parola di chi gode nello sfruttamento del più debole e gode nel mascherare le sue azioni con idee che non sente nell’animo.
In democrazia tutti possono dire la loro, ma si devono aspettare che quando dicono cazzate, o peggio ancora mostruosità, e Ratzinger ne dice tante (e lui cosa pericolosissima usa la filosofia per farlo, una filosofia, a dire il vero che è molto retorica, perchè è povera di idee nuove), si devono aspettare coloro che detengono un potere che non gli appartiene, quello di omologare i cervelli,
si devono aspettare, i padroni dell’egemonia, in democrazia, che qualcuno di ribelle resista alle loro prediche sterili (fertili solo per i loro guadagni) e produca nella coscienza sociale una identità migliore di quella che loro hanno progettato nella LORO democrazia.
E’ stata una mossa impeccabile astuta. La polizia, il Papa che fa la vittima e rinuncia alla visita.
Noi abbiamo vinto la battaglia dal nostro punto di vista, ma la guerra continuano a vincerla loro.
Dobbiamo chiederci il perchè. Ma soprattutto progettare per domani qualcosa che porti la maggioranza dalla nostra parte e che la maggioranza sia consapevole di essere maggioranza…