prologo al poema, uno dei tanti

Sempre le stesse azioni mi colgono,

qualcuno o qualcosa ruba il mio sguardo,

altro lentamente mi piega verso terra

e forza misteriosa mi spinge ad alzarmi.

Cosa le fa differire? Il tempo o il muto sentire?

Una fine dopo l’altra le cambia minimamente.

Chissà perchè ci ho messo così tanto tempo

a capire il tuo fuggire? Azioni nuove urgono.

Azioni che si mettono in viaggio premono

e che si fidano solo di case senza i tuoi odori.

Una pietra infuocata cade dal cielo

e incendia il rifugio dove tenevo

tutti i sorrisi e il tuo starmi sempre affianco.

I fuochi d’artificio che avevi fatto scoppiare

là dentro in proporzione sono acqua ghiacciata.

Tutto sta evaporando velocemente.

Veramente ci sono state alcune cose

o solo io ricordo male di aver letto

libri che forse neppure possedevo

nel nascondiglio del cuore?

Se le uniche azioni erano sentire il pericolo

e cedere e reagire ad esso

non penso di aver avuto occasione di leggere

quelle parole che non hai mai scritto.

Così che la casa che è in fuoco e in fumo

era vuota e fumo vuoto mi esce dal petto.

Sarà lui a portarmi in viaggio

ora che la tua voce non mi protegge più.

 

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